E’ giunto il tempo di indossare la maschera.

In tutta la Sardegna e in particolare in Barbagia, la terra aspetta i suoni propiziatori. Campanacci e passi cadenzati che annunciano l’inizio del Carnevale.


Il momento è arrivato, tutto si sta per compiere.
Ardono le grosse radici nel fuoco sacro e che la danza inizi.

Balla chi como venit Carrasecare
…a ballare a sartiare a finire sas iscarpas.
Ecco la Sardegna più arcaica, quella dei Mamuthones e Issohadores, dei Boes e Merdules, Thurpos Eritajos.

Sant’Antoni prodigiosu, Santu senza simizante, dazenos grassia abbundante, Antoni Santu dizosu.
«… se vuoi un carnevale che non ce n’è un altro su tutta la terra, vattene a Mamoiada che lo inaugura il giorno di Sant’Antonio: vedrai l’armento con maschere di legno, l’armento muto e prigioniero, i vecchi vinti, i giovani vincitori: un carnevale triste, un carnevale delle ceneri: storia nostra d’ogni giorno, gioia condita con un po’ di fiele e aceto, miele amaro». (Cambosu)
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