Storie e leggende di Mamoiada
Il libro La Sibilla Barbaricina è una fonte inesauribile di storie e leggende, su Mamoiada e su molti altri paesi dove Raffaello Marchi ha raccolto un’infinità di dati.
La storia che vi riporto e che gli fu raccontata in paese, parla degli Orchi che abitavano i nuraghi, di Gigantes e delle Janas.
Sos Orcos e sos Gigantes
Nel tempo de sos de jàna (abitatori delle domus de jàna) c’erano anche sos Orcos che avevano un occhio solo in mezzo alla fronte e mangiavano carne umana.
Erano molto potenti, abitavano nei nuraghi e avevano zanne di cinghiale, ed erano molto birbantes.
I gigantes invece erano belli e potenti, mannos de istatura, e gli Orcos li temevano. Gli Orcos tormentavano invece i più deboli che erano gli uomini come noi.
A questo proposito sos Mannos raccontavano:
C’era un uomo bruttissimo e peloso, ma con due occhi come noi, che era chiamato Tinzòsu.
Uno degli Orcos va nell’ovile di Tinzosu e gli dice: “Ti voglio mangiare”. “Ite bisonzu b’hat de manicare a mie? – risponde Tinzosu – B’happo unu bellu porcu. Picca ca l’occhidimus e no nchelu manicamus”.
Tinzosu mette la carne negli spiedi, poi ne afferra uno arroventato e lo infigge nell’occhio dell’Orcu. L’Orcu accecato si lancia intorno all’ovile per uscire e non può. E così Tinzosu si salva.
La storia richiama evidentemente quella di Polifemo/S’Orcu che venne accecato da Ulisse/Tinzosu con uno stratagemma.
Tinzosu ancora oggi è una località vicino a San Cosimo.
Ancora una volta così come per la storia di Perda Pitzinna i nostri avi si rifacevano ad altre leggende talvolta adattandole con personaggi locali o nomi di località.
La Sibilla Barbaricina – Autori : Raffaello Marchi Satta G. (cur.) Gallini C. (cur.) Selis Delogu L. (cur.) Editore: ISRE Data di Pubblicazione: 2006