Le candele de sas Balìas

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Barbaricina

La lavorazione delle Candele artigianali a Mamoiada.

Tzia Menedda e Tzia Maria all’opera nel laboratorio in uno scatto del 1977.

Un rito antico che rivive attraverso i ricordi fotografici delle nipoti e a breve anche grazie ad un laboratorio per i più piccoli.

In Barbagia e in tutti i nostri paesi, quando ancora non arrivò l’elettricità a portare la luce nelle nostre case, abili mani di donna realizzavano lumi e candele. In alcuni paesi, ma sono davvero pochissime donne, esiste ancora questa tradizione. Da qualche anno vengono realizzate candele artistiche artigianali anche da noi, in chiave più moderna e apprezzatissime per regali e bomboniere.




Tzia Maria mentre versa la cera sopra la ruota di legno e sulle candele dove sono collocati gli stoppini.

A Mamoiada, per la lavorazione delle candele erano note le sorelle Balia, “Sas Balìas”. Tzia Chicca o Vranzisca, tzia Menedda e tzia Maria.

Nel laboratorio di via Piave n.1 realizzavano diversi tipi di candele e ancora oggi c’è chi nostalgicamente le ricorda. Persino io, piccolina, ricordo che per sas animas mamma ci mandava da loro: “ammentadi de ‘olare inte sas Balìas”.

Tzia Menedda Balia

Eh si, perché loro come da tradizione realizzavano delle piccole candele da donare ai bambini il 1 e 2 novembre di ogni anno. Era un rito consolidato, un omaggio a tutti coloro che passavano per la questua delle anime. Alcuni ovviamente le riportavano a casa rotte o squagliate, io cercavo di stare attenta, ci tenevo molto. Non so per quale motivo ma questa cosa delle candele mi affascinava.

Tzia Vranzisca o Chicca come veniva chiamata, pesa le candele nella bilancia, “S’Istadea”

Ricordo che nel 1999 venne riportato alla luce anche questo rito ad opera de S’Istentu, in una piccola casetta del centro storico, si riprovò e devo dire con successo, a realizzare le candele con l’antica ruota di legno dalla quale veniva fatta colare la cera.

Negli anni successivi ci riprovò con ottimi risultati anche la buonanima di Bonarino Gungui che per un bel po continuò a realizzare su ordinazione le candele, anche per i matrimoni.

Ora si cercherà di recuperare questa tradizione per mostrarne il procedimento almeno ai bambini attraverso dei laboratori didattici. Elisa Puggioni, giovane artigiana di Mamoiada, finalmente farà rivivere questo antichissimo lavoro.

Tzia Maria alle prese con la prima fase della realizzazione delle candele. Successivamente verranno lavorate sul tavolo per renderle più liscie e omogenee.

Ed è proprio nel suo laboratorio che vidi le fotografie delle sorelle Balia, le uniche foto rimaste ai familiari, ma che mostrano tutta la maestria di questa arte candelaria. L’unico reportage venne fatto da un fotografo di Orgosolo ma attualmente non si è riusciti ad avere le foto, per cui ci si deve accontentare di queste che restano comunque uniche e bellissime.

Ogni volta che riporto alla luce queste perle di memoria è una soddisfazione immensa anche perché attraverso queste immagini riafforano tanti ricordi nella mente di molte persone.

Il rito della lavorazione delle candele è molto antico, sino al 1850 si utilizzava la cera d’api o grasso animale. Successivamente vennero introdotti il bianco di balena, la paraffina e la stearina. Era la principale fonte di illuminazione insieme alla lampada ad olio. Con l’avvento dell’elettricità ovviamente l’uso delle candele venne ridotto ma comunque utilizzato per le cerimonie in chiesa, per i battesimi e i matrimoni.

Per il matrimonio venivano realizzate 5 candele, una veniva lasciata in chiesa, una alla mamma della sposa, una alla suocera, una di queste, le altre le teneva la sposa.

Quella del Battesimo, ovviamente solo una, veniva portata insieme alla Gallina, viene fatta accendere dal padrino e conservata in casa come ricordo.

Il resto della storia la faranno sicuramente i vostri ricordi. Lascio ad ognuno di voi il pezzo finale di questo articolo, avrete sicuramente tantissime cose da raccontare.

Ringrazio Silvana e Maria che mi hanno permesso di utilizzare le foto per questo articolo. Essendo ricordi familiari vi pregherei di condividerle senza ritagli e/o manipolazioni.

La vita è solo una candela, e il sogno le dà fiamma.

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