Sas apes de Mamujada

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Barbaricina

La leggenda sulla povertà rione de su ‘astru.

Le vecchie storie mi appassionano tanto. Quando poi riguardano il nostro paese resto ancora più affascinata e inizio quasi a sognare ad occhi aperti.

Il confine tra leggenda e realtà a volte è così impercettibile che difficilmente può sembrare una storia inventata. Queste storie però nascondono sempre un filo di verità e il racconto assume spesso la forma di allegoria.

Ho scoperto questo racconto sul libro di Raimondo Bonu “Mamoiada paese della Sardegna centrale” – Cagliari 1968 Editrice Sarda F.lli Fossataro, di cui possiedo una copia originale. La storia è scritta in sardo, ma non in mamoiadino per cui la riporto così come l’ha tradotta Raimondo Bonu in italiano.

In tempo antichi viveva nel rione detto Su Castru un uomo assai povero, devotissimo ai Santi Cosimo e Damiano. Ora avvenne che a questo povero morisse un figlio.

Il misero padre aveva bisogno di tutto, in particolare di due candele da accendere accanto al morto, e di un po di pane, perché in quel giorno potesse mangiare lui e il figliolo, quello rimasto vivo.

I Santi Cosimo e Damiano, appena conobbero la vicenda, salirono a Su Castru e bussarono alla porta del più ricco del paese. Costui accolse i SAnti con fosco cipiglio e disse loro: “Quest’anno io non ho raccolto niente nelle mie terre; le api non mi hanno dato miele: lo sapete già. Niente ho e niente vi do. Andatevene dunque”.

Scesero, giù, al rione sottostante, e subito, ecco uscire dalla porta della prima casa un uomo, alto e bello, con una bisaccia fatta di pelo di capra, bisaccia piena e zeppa di ogni ben di Dio.

Infatti in una tasca c’era pane, miele e companatico; nell’altra c’era una tunica bianca, candele di cera, moltissime.

“Prendete questa bisaccia, disse ai due Santi l’uomo alto; prendete e guardate dentro. Da una parte troverete ciò che bisogna a Stefano e al figliolo Bachisio; dall’altra ciò che è necessario al defunto”.

Da quell’anno gli abitanti del rione ebbero sempre raccolte buone di grano e di miele; invece gli abitanti de Su Castru non raccolsero più grano né altro dalla terra; non ebbero più nemmeno miele, perché le api fuggirono via.

Da allora il rione Su Castru è rimasto il più povero del paese.

Mai storia fu più attuale di questa. Se è pur vero che si tratta di una leggenda popolare, è altrettanto vero che oggi in qualche modo sta venendo meno quella solidarietà che caratterizzava i nostri piccoli paesi. Spesso mi capita di ascoltare i racconti di questi vicinati, la vita vissuta dai miei bisnonni, la miseria che imperversava nel nostro paese, eppure nonostante questo vi era un unione tra i vicini di casa indescrivibile. Un giorno vi racconterò di questa miseria, de sas thera’as e della nobiltà di Mamoiada.