Minacce di morte a un insegnante

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Barbaricina

Mamoiada si ritrova unita contro la violenza

Ieri si è tenuto un Consiglio d’Istituto aperto per condannare l’episodio vile che ha visto coinvolta una maestra delle Elementari. Luisa Fancello, questo il nome della maestra, era presente all’incontro attorniata dalle numerose colleghe e genitori dell’Istituto Comprensivo.

Grandissima partecipazione della Comunità mamoiadina e dei rappresentanti dei Comuni di Mamoiada, Fonni e Oliena, uniti in questo caso da una tragica vicenda. Tutti i primi cittadini hanno espresso condanna unanime nei confronti di un gesto che ci riporta indietro di molti anni.

La logica del muretto a secco, dice Luciano Barone, non può essere oggi accettata in nessun modo, chi si nasconde celando l’identità per colpire in questo modo è una persona sola e va lasciata sola. La comunità deve reagire a questi episodi che non sono più tollerabili.

Diversi gli interventi di colleghe e mamme, tante lacrime e emozione perché una vicenda come questa tocca profondamente. Non è stata colpita solo l’insegnante ma anche la madre, una famiglia sconvolta da un gesto inqualificabile.

La serenità di una donna, minata da un proiettile recapitato in busta chiusa. Ma è anche la tranquillità di una classe che adesso si interroga sui motivi che possono aver portato ad un gesto come quello.

Tra le lacrime e la commozione c’è anche lo sconcerto per quella busta anonima di minacce e come dice una madre: “mai avrei pensato che un proiettile entrasse nella Scuola di mio figlio”.

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Tanta solidarietà, sguardi e abbracci nei confronti di quella maestra che a detta di tutti i genitori è come una mamma. E tanti sono gli interrogativi di Luisa che riesce a prendere la parola ancora tra le lacrime. –  Non mi so spiegare cosa posso essere successo, se posso aver sbagliato in qualcosa. – Ma una cosa è certa continuerò ad insegnare e a farlo a Mamoiada. –

Lo stesso preside Fadda conferma che Luisa insegnerà ancora a Mamoiada anche nel prossimo anno scolastico, per dare continuità al suo lavoro che a quanto pare è ottimo e apprezzato da tutti.

E allora cosa può essere successo da scatenare questo odio, queste minacce di morte?

L’ho ribadito anch’io durante il mio intervento, non si può smettere di dialogare e non si può affidare il dialogo esclusivamente ad un social network. Dobbiamo riprendere a parlarci in faccia, ad incontrarci, smettere di insinuare ed attaccarci. Abbiamo il dovere di vigilare e non si può avere paura di rimproverare un bambino o un ragazzo che sta danneggiando la cosa pubblica. Non è stato facile prendere la parola per una come me sempre sotto la lente di ingrandimento. Ma non ho mai avuto paura di dire ciò che penso a differenza di molti.

Ci sono tantissimi strumenti per parlarci e interrogarci e la Scuola li ha, bisogna usarli. Comunicare e farlo nel modo giusto riporterebbe i giusti equilibri in questo momento precari all’interno dell’Istituzione. Non illudiamoci però che tutti i problemi possano essere risolti, le problematiche in una Scuola sono tante.

L’importante, come hanno ribadito in molti, è non confondere i ruoli, la Scuola ha tanti problemi ma questo è fondamentale. Rispettiamo il cammino di Luisa, che d’ora in poi sarà difficile. Lasciamo stare le sciocchezze e andiamo avanti per il bene dei bambini.

I Bambini, come dice il Preside – Sono come dei vasi di creta, vanno trattati con cura –

E speriamo adesso che questo incubo finisca proprio per il loro bene.

Una cosa è certa, Mamoiada c’è, al di là delle polemiche ieri si è visto un paese unito, anche se in una brutta circostanza.  E io non posso che essere orgogliosa di far parte di questa Comunità perché nelle difficoltà alla fine emerge quanto di positivo sappiamo tirarne fuori da eventi come questo.

No, io non mi vergogno di essere di Mamoiada, si deve vergognare chi anche solo pensa di mettere in atto gesti vili come questo.

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