Mamoiada, il ceppo e le catene

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Barbaricina

Alcune cronache del nostro paese nel 1700.

Ricerca gentilmente concessa dal Dott. Umberto Oppus.

Nonostante il paese avesse il carcere, tra le mura della casa del maggiore di giustizia di Mamoiada Juan Boy Balia, il 29 agosto 1723, troviamo detenuto (“..haviendo sido embiado à casa del mayor, teniendole en el cepo y la noche con cadena”) Juan Dessì del villaggio di Ales “..que se hallava algun tiempo en la villa de Olzay bagamundando, y disculo”.

Su ordine dell’Oficial dell’Encontrada della Barbagia Ollolay Joseph Tronchy Marcelo il giorno l’uomo fu arrestato ad Olzai, portato  e rinchiuso in casa del maggiore di Mamoiada (forse perché le carceri erano piene) poiché accusato di aver “…procurado deffenderse de la Justicia, y haver offenderla con el punal y despues con un alfanje que llevava”. L’arresto avvenne mentre il Dessi, stando agli atti processuali, stava “..en la procession de la Gloriosa Santa Barbara”.

Nel corso della prigionia furono ritrovati anche altri oggetti. Da qui le accuse che portarono al processo. L’uomo, il 29 settembre, riuscì comunque a evadere e per questo furono pubblicate le cosiddette lettere contumaciali il 27 e 31 luglio e il 7 agosto 1724.

Nuovamente arrestato il Dessì fu rinchiuso nelle carceri cagliaritane di San Pancrazio. Poche settimane dopo la sentenza del giudice Juan Antiogo Guirisi lo condannò “..a que vaya desterrado fuera del reyno por termino de dies anos, y en caso de contravencion a un presidio eligidor por el Ex.mo Senor Virrey”.

Comminate anche 50 lire di multa e l’obbligo di pagare le spese processuali. Negli atti del processo il giudice annotterà che il Dessì “no tiene bienes”. Alla causa contro il Dessy si accompagnò la causa criminale, avviata dal Procuratore delle Cause, contro Pedro de Solis, di Mamoiada, poiché nonostante il maggiore di giustizia Juan Boy Balia gli avesse ordinato di fare la guardia al Dessì la notte del 29 settembre, sotto la pena di 200 scudi,  l’uomo “..no obediò de calidad que la mesma noche de huyo, y dicho dessolis se hallò y restituyo a su casa donde estuvo la noche”.

Non c’erano dubbi per il giudice sulla cattiva condotta di Pedro de Solis che, il 14 novembre 1724, fu condannato a pagare una multa di ben 50 scudi e le spese processuali. Analoga sentenza fu pronunciata, per le stesse accuse mosse al de Solis, contro Efis De Silessu che la notte del 29 settembre il maggiore di giustizia aveva “..puesto de Guardia para custodiar la persona de Juan Dessy”.

Il guardiano cercò di giustificarsi ( ammise “..de haverse dormido un poco en el qual tiempo pudo escaparse el dicho Dessy”) ma per il giudice la colpevolezza era chiara come la pesante condanna nei suoi confronti. La pena più dura fu comunque inflitta, nella seduta del 14 novembre, al maggiore di giustizia Juan Boy Balia condannato a pagare 100 scudi di machizia “..para que à el le sirva de castigo y a los otros de exemplo”.

L’accusa nei suoi confronti fu quella di non aver garantito la custodia dovuta e di non aver incatenato il fuggiasco (“..por razon  que la noche de los 29 del mes de 7 del dicho anno teniendo preso a Juan Dessy de la tierra de Ales se escapò, ò huyo por no devierle con la custodia devida, deviendole en Sepo, y por mas que le huviesse puesta guardias”). Successivamente la pena fu ridotta della metà.

Un altro processo, che andò a sentenza il 6 novembre 1724, fu quello  istruito in seguito alla querela di Juan Gavino Marras e del Procuratore delle Cause della Encontrada della Barbagia di Ollolai contro Pedro Maria Condena di Olzay per quanto successo, il 29 agosto 1723, in occasione dell’arresto di Juan Dessy.

Dal processo sappiamo che il giorno l’imputato, insieme al fratello Basilio Condena, si trovava in paese quando, mentre passava la processione, “salio con la escopeta cargada y dio una escopetada de la que quidò herido dicho Marras en el carrillo, y espalda derecha, y Miguel Lay Deligia uno de los escrivanos de dicha Encontrada en el ombro derecho”. L’istruttoria processuale chiarì che il Condena, effettivamente, ferì il Marras ed il Lay. Da qui la pesante condanna a dieci anni nel servizio sulle galere e a una machizia di 50 scudi (“pronuncia, sentencia, y declara  y al dicho Pedro Maria Condena condenna a que sirva de galiote en las Galeras de su Magestad que Dio Guarde sin stipendio alguno por espacio de dies anos para que à el sirva de castigo, y a los demas de exemplo”).

Su richiesta del Procuratore delle Cause del Ducato, il 1 giugno 1724, il Vicerè Alessandro Doria Marchese del Maro firmava l’ordine con cui disponeva ai Ministri di giustizia di Mamoiada di “..executar en bienes de todos y quales q. reos” implicati nell’evasione di Anania Deiana, agli arresti in casa del maggiore di giustizia perché accusato di aver commesso un furto (“..el escandaloso delito se cometio en aquella Villa sacando con violencia de la casa del Mayor à Ananias Deyana que se hallava presso por delito de urto rompiendo la cadena con la qual estava assegurado y quietandosele con las travas de hierro que llevava”).

Con sentenza della Reale Udienza, del 27 febbraio 1808, fu sentenziata l’inibizione per molestia di Antioco Corda Balia, Antonio Francesco Zuzzu Golosio, Pasquale Deiana e Giovanni Antonio Busia tutti di Mamoiada.