La Via Crucis di San Cosimo

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Barbaricina

Origine e storia delle formelle del Santuario più antico della Barbagia.

Scrissi tempo fa questo articolo sul mio vecchio sito mamoiada.net, ormai dismesso. Purtroppo mi dimenticai di salvarlo e mi sono resa conto solo adesso di non averlo mai pubblicato su Barbaricina.



Presto fatto, ricostruisco qui per gli appassionati tutta la vicenda e la storia della Via Crucis, 14 formelle in Ceramica Smaltata.

Negli anni tra il 2000 e il 2005  in occasione dell’organizzazione della mostra di Arte Sacra presso la Biblioteca, mi prodigai nel cercare notizie più approfondite sull’origine di queste opere, certa del valore aggiunto che questa ricerca avrebbe dato alla mostra.

Custodite presso il Santuario e successivamente sostituite nella Chiesa per il presunto alto valore artistico, con delle copie. Questo successe quando la buonanima di Padre Marchesi le portò con se a Roma per la Via Crucis del Papa suscitando notevole interesse. Tant’è che quando le misi in macchina per riportarle in Chiesa a Santa Maria non vi dico la cagarella!! Avevo in mano delle opere di “valore inestimabile” (almeno credevo) e quindi immaginatevi la preoccupazione di riportarle sane e salve, un po come la pubblicità dell’Amaro Montenegro ma senza amaro!

Erroneamente le opere furono attribuite a Jacinto Causada che operò in quel periodo a Castellon De La Plana, ad Alcora in Spagna. Le iniziali e la dicitura non fecere venire nessun dubbio, doveva per forza essere lui. Da qui il grandissimo valore attribuito alle formelle.

Ma le notizie erano troppo scarne, non bastavano un iniziale e una didascalia per dare loro una degna storia. Ecco che allora scrissi al Museo della Ceramica di Alcora, il più accreditato Museo in Spagna, che mi avrebbe potuto finalmente dare dati più certi.

La prima mail di risposta arrivò, ma con molto ritardo rispetto alla mostra, dal Direttore in persona. Eccola:

Prima botta! Le opere non sono di Jacinto Causada. Ma allora di chi? Dopo qualche tempo, circa un anno arriva a casa per posta la documentazione completa e con una più esaudiente risposta sia sul periodo storico che sull’autore stesso.

Nella risposta inviatami a casa si legge chiaramente che nel periodo della guerra civile furono distrutte diverse opere nelle chiese spagnole e in particolar modo nella provincia di Castellon de la Plana. Jose Cotanda  ricostruì molte di queste. Alcora tra l’altro venne inclusa nella Provincia di Castellon de La Plana istituita ufficialmente nel 1834. Questo significa che nella firma della Via Crucis non poteva essere inserita una provincia che non esisteva nel 1700.

Non solo, come si legge nella mail le opere realizzate nella fabbrica di Alcora venivano marchiate con una “A” oppure con “HA”. Le uniche opere rimaste di Jacinto Causada sono 4 conservate nel Museo di Alcora e sono ben evidenti le differenze di stile fra i due autori.

Una delle 4 formelle del 1775 custodite nel Museo di Alcora

Le formelle di Mamoiada sono state probabilmente commissionate alla fabbrica tra gli anni 1940 e 1950, la dicitura “Espana” sarebbe il marchio si esportazione, cioè per indicare un prodotto destinato all’estero.

A conferma del fatto che queste formelle non erano presenti nel Santuario antecedentemente al 1940/50 la ebbi anche durante una mia ricerca sulle chiese di Mamoiada presso la Curia a Nuoro.

Nel censimento dei beni e nella descrizione fatta dal sacerdote nel 1929 pare che a San Cosimo esistesse una Via Crucis di cartone!  Sarebbe interessante capire ora chi ha commissionato l’ordine, così da chiudere il cerchio su questa interessante vicenda.

 

Biografia Jose Cotanda Aguilella

Alcune opere di Cotanda:

Imagen: La Purísima Concepción de María.
Autor: José Cotanda Aguilella.
Fabrica: Fernando Diago Piñón, S.L. Castellón.
Técnica: azulejo plano esmaltado, pintado a mano, dibujo estarcido.
Fecha: 1939.
Imagen: San Cristóbal.
Autor: José Cotanda Aguilella.
Fabrica: Copla. Alcora. Decorado en el obrador del propio ceramista. Alcora.
Técnica: azulejo plano esmaltado, dibujo estarcido pintado a mano.
Fecha: Segunda mitad del siglo XX.

 

Al exterior puede verse la estructura del crucero, ábside y cúpula central (octogonal, con ventanas y sin linterna) y tejería vidriada en azul. Fachada mixtilínea con mural de azulejos representando la crucifixión, obra de J. Cotanda y V. Gallén (1974).




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